La Terre pour Tous- Tunisia
I migranti tunisini scomparsi, tra dolore delle famiglie e silenzio delle autorità Mahrziya Rawafi e Samir Rawafi sono la mamma e il papà di un giovane ragazzo tunisino scomparso cinque anni fa sul territorio italiano. Mahrziya si è trasferita a Roma e vive in una casa di fortuna sulla Nomentana da quattro anni, mentre Rawafi l’ha raggiunta due anni fa. In Tunisia hanno lasciato il loro figlio minore: ne hanno lasciato uno per cercare l’altro. Come questi due genitori ce ne sono altri, almeno altre 504 famiglie che cercano risposte da parte del governo tunisino, e di quello italiano. La maggior parte di loro ha prove che i ragazzi sono arrivati sul territorio italiano: chi mostra video dei nostri telegiornali, chi foto, chi chiamate, chi testimonianze riportate da terzi. Alcune prove più forti di altre, dal punto di vista giuridico ma non solo. Ognuno ha la sua storia, e ognuno di loro sta aspettando. Da cinque anni. Imed Soltani è il rappresentante di queste famiglie, riunite nell’associazione Terre pour Tous, ed è la persona che si interfaccia con le autorità italiane e tunisine per avere delle risposte. Quello che chiede Imed è semplice: poter vedere i fascicoli della procura di Agrigento, competente su Lampedusa, per poter comprovare se questi ragazzi sono effettivamente giunti in Italia. O se li ha inghiottiti il mare. Dopo questi anni di attesa sembra che il governo italiano, rappresentato dal Dott. Piscitelli, responsabile delle persone scomparse sul territorio italiano, acconsenta ad aprire i fascicoli. A prescindere da quello che possa essere il risultato, le vittime di questa storia sono chiuse nel loro dolore, e nel silenzio di chi avrebbe dovuto aiutarli. Come hanno trascorso questi anni le famiglie tunisine in attesa dei loro cari? Dove vivevano questi ragazzi? Da dove sono partiti e perché? Simo andati in Tunisia da Imed e dalle famiglie per raccontare l’attesa e la disperazione di non sapere se puoi piangere tuo figlio. Che si tratti di desaparición nel senso latino-americano, e quindi con la complicità delle autorità, non lo possiamo ancora sapere. Quello che si sa è che né il governo italiano né quello tunisino hanno sentito la necessità, l’obbligo morale e politico, di dare delle risposte, di aprire delle indagini, di fare degli accertamenti. Il 22 febbraio scorso finalmente c'è stato un incontro tra il responsabile in Italia per le sparizioni, il dott. Piscitelli e una commissione governativa tunisina. Un incontro concluso con l'ennesimo rimando burocratico ad un ennesimo tavolo e al quale non hanno potuto partecipare i rappresentanti legali delle famiglie. E' la prima volta che delle famiglie al di la del mediterraneo si organizzano per cercare i propri figli partiti verso l'Europa. E' la prima volta che manifestano davanti alle ambasciate e ai loro palazzi e già questa è una vera e propria notizia. Perchè tra le varie storie di fronte al dramma dei migranti