Lesbo- Swimming Today
Lesbo- Grecia Tra il 2015 e marzo del 2016 (data di entrata in vigore dell’accordo tra la Turchia e l’UE) su quest’isola sono arrivati circa 600.000 rifugiati, tutti su gommoni e barche di fortuna con cui attraversavano lo stretto specchio di mare che li divideva dalla Turchia, la porta d’Europa per chi proveniva da paesi come Siria, Iraq o Afghanistan. A bordo di queste imbarcazioni c’erano, quasi sempre, tanti bambini, a volte anche neonati. Ancora oggi molti di loro vivono in uno dei tanti campi profughi dell’isola. Da qui la Turchia si vede benissimo e da alcuni punti sembra quasi di poterla toccare con mano. Per questo motivo spesso i trafficanti nemmeno salivano a bordo e lasciavano i migranti in balia della corrente. Alcuni di loro indossavano giubbotti rotti o non idonei e queste acque cristalline, che si sono sporcate di sangue più e più volte a causa della conformazione rocciosa dell’Isola e della corrente. I bambini venuti con i gommoni sono rimasti traumatizzati dall’acqua e dal mare che forse mai avevano visto prima della traumatica traversata. Tutto questo trauma però, non lo vivono più i bambini del campo profughi di Kara Tepe, situato su una collinetta alla periferia di Mytilene, la capitale dell’isola. Da qui, seguendo un piccolo sentiero all’ombra di ulivi si arriva ad una spiaggia dove c’è una vecchia fabbrica dismessa. i responsabili del campo, insieme ad un gruppo di giovani bagnini greci e spagnoli (volontari), hanno deciso di organizzare per loro delle lezioni di nuoto. A queste lezioni, oggi, partecipano tantissimi bambini. Molti di loro sono sull’isola da soli, altri, invece, sono con tutta la famiglia e spesso alle lezioni partecipano anche gli adulti, perché è raro avere dei momenti diversi e di svago durante le giornate trascorse ad attendere il proprio destino in un campo profughi. Così, ogni giorno, per due ore, nelle stesse acque dove pochi mesi prima si assisteva a molte delle scene più drammatiche della crisi dei migranti degli ultimi tempi, oggi si può assistere ad immagini emozionanti fatte di sorrisi e di grida di gioia dei bambini, che proprio a quelle sciagure sono sopravvissuti. Molte foto le ho scattate con una piccola fotocamera subacquea, per essere li come uno di loro, provando a giocare e a dimenticare per qualche ora tutte le storie drammatiche che il dramma di quelle acque.